mercoledì 1 ottobre 2008




Questo era il primomanifesto del libro IL PESO DEL SILENZIO, che metto a disposizione di chi desidera avere informazioni generali sul progetto.
Ad oggi il progetto stesso si è evoluto e desidero condividerlo con la cognizione di chi propone un argomento moralmente fastidioso.
Anche se l'evoluzione del fenomeno in questi ultimi anni si è come dire, narcotizzato, è taciuto dai più ed evitato da chi non si sente toccato da vicino, ma i numeri sono terrificanti,prossimamente intendo approfondire il discorso dei numeri, per potervi dare idea di cosa stia dormendo sotto i nostri occhi.
Ricevo molti contatti per capire più da vicino la mia personale presa di posizione nei confronti del "silenzio" creatosi attorno all'argomento, e confido in un maggior afflusso di partecipazioni per dare vita a questo progetto.
Condivido già con le parti sociali in Italia l'idea di cominciare, e rendere pubblico il progetto ma sono necessari fondi. Per qualsiasi informazione e contatto, il blog riceve il vostro commento, che sia motivato e chiaro, grazie a tutti e per le vostre informazioni.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ho trovato questo libro sulla strada di una mia ricerca sul tema che ho iniziato da un pò di tempo dopo aver collaborato con con l'Unità Operativa D/11 di Roma (USL RMC).

Così ho avanzato all'autore Max Peef la proposta di far vivere al “Il peso del silenzio” una nuova evoluzione: sviluppare questi racconti in un adattamento scenico da rappresentare in più luoghi possibile.
Potranno essere teatri, ma sarà un allestimento che dovrà anche adattarsi a spazi “non convenzionali” perché lo scopo è quello di abbattere le barriere e quindi, in questo caso, la quarta parete che separa il pubblico dalla “scena”.
Potrebbe prendere vita anche nelle scuole, università, ospedali, carceri, centri sociali e associazioni culturali e ogni altro luogo dove si possa stimolare una partecipazione attiva della società.

Max ha accolto con entusiasmo l'idea e ora sto portando avanti il progetto con un regista romano.

Cerchiamo persone, associazioni, enti pubblici e privati, organizzazioni teatrali che possano supportare il Progetto attraverso diverse forme: patrocini, sponsorship, finanziamenti etc.

Vogliamo aprire un laboratorio di solidarietà che dovrà diventare ancora più contagioso del virus…

Grazie!

Marco
emmegirm@gmail.com

Unknown ha detto...

ciao, eccomi al contatto come da te richiesto sul blog della Boldrini.

La tua iniziativa mi sembra lodevole anche se, per il momento, non saprei cosa dire....
i problemi di "integrazione" fra persone supposte "diverse" li sento molto distanti dal mio intimo, ma ora ti prego di non fraintendere!

e' che io non mi sono mai posto, e tuttora non mi pongo il problema, di sapere di che religione sia, con chi vada a letto, che handicap abbia, una persona con la quale mi relaziono: diventa rilevante sapere certe cose solo limitatamente al momento contingente.
cosi' chiederei a te se sei sieropositivo dovvessimo andare a letto insieme o dovessi chiedrti una trasfusione di sangue.
ovviamente mi permetto questa "leggerezza" perche il problema non mi ha riguardato direttamente, anche se nel mio piccolo ho vissuto un periodo di "diversita" abbastanza lungo, nel quale ho sperimentato che l'unico modo per farsi accettare e' spiegare in modo comprensibile la propria condizione, rendere l'altro in qualche modo partecipe e coinvolto fin dal primo approccio, in modo diciamo "operativo".
ho portato per quasi 2 anni una colostomia che mi causava parecchi disagi fisici e ho imparato che l'ultima cosa da fare era nascondere le necessita' specifiche della mia "diversita".

Ciao

Enrico

Unknown ha detto...

PS
la mia mail e'

enricotn@gmail.com